ll corso di aggiornamento che non c’era

Da: Luca, 44 anni, Torino

Lavoro in una multinazionale dell’automotive, ufficio open space in un grattacielo di vetro a Mirafiori, caffè pessimo dalla macchinetta che sa di plastica bruciata, riunioni infinite su Zoom con slide PowerPoint che nessuno legge.

Una volta al mese c’è il “corso di aggiornamento” obbligatorio, due giorni pieni a Bologna, hotel 4 stelle con colazione a buffet e cena pagata dalla ditta, un modo per far finta di crescere professionalmente mentre bevi birre con i colleghi. Mia moglie Silvia è abituata a questi viaggi: “Vai pure, tanto poi mi porti i tortellini freschi da lì, non quelli surgelati del supermercato”. Silvia fa la libraia in una piccola indipendente in corso Vittorio Emanuele, orari flessibili, ama i gatti e i romanzi rosa, ma ultimamente si lamenta che passo troppo tempo fuori.

Ci siamo conosciuti su Incontri Extraconiugali Italia a febbraio. Ero lì da un paio di settimane, curioso, un po’ stanco della routine. Il suo profilo: “Avvocatessa pendolare, cerco complicità, non complicazioni”. Il mio: “Grafico in cerca di ispirazione fuori dagli schermi”. Primo messaggio: “Odio le riunioni su Zoom, tu?”. Risposta: “Anch’io, ma adoro il Frecciarossa – almeno lì posso leggere”.

Da lì, chat infinite, poi telefonate serali sussurrate in cucina mentre Silvia era in libreria, poi il primo incontro reale: un aperitivo a Novara, tavolino sul corso, lei con un Negroni e io con una birra artigianale. Parliamo di casi legali, di come lei difenda mariti infedeli in tribunale – ironia della sorte – e di come io disegni loghi per auto che non guiderò mai. È stato come accendere una luce in una stanza buia.

Da quel caffè, tutto è diventato più elettrico. Messaggi su Incontri Extraconiugali Italia ogni giorno: “Hai visto il tramonto oggi?”, “Ti mando una foto del mio caffè, sembra un cuore”. Il sito è stato il nostro rifugio sicuro: chat criptate, foto sfocate, nessun rischio di essere scoperti. Abbiamo passato settimane a scriverci, a conoscerci davvero, prima di osare il passo successivo. E quando è arrivato, è stato naturale: un B&B in centro Bologna, vicino a Porta Nuova, uno di quelli con le travi a vista nel soffitto, il bagno in camera con la doccia a pioggia, e una cucina economica dove prepariamo caffè al mattino.

Dico a Silvia: “Corso a Bologna su nuove normative UE, torno venerdì sera”. Lei: “Portami i tortellini, e non dimenticare il balsamico tradizionale”. Preparo la valigia con doppi vestiti, telefono usa e getta, alibi pronti. Il martedì sera sono con la Torinese, cena in una trattoria di via del Pratello, tagliatelle al ragù che sciolgono in bocca, vino sangiovese che arrossa le guance. Parliamo del futuro, di come vorremmo fuggire per un weekend senza alibi, senza corsi finti. La notte è passione, lenzuola aggrovigliate, risate soffocate.

Il mercoledì mattina, sveglia alle 8 con il sole che filtra dalle persiane, apro LinkedIn per controllare le email – errore fatale. Il mio capo, un tipo con la cravatta sempre annodata male, mi tagga in una foto di gruppo: “Grande team building a Torino! Luca sempre presente!”. Siamo in 20, sorrisi forzati davanti alla macchina del caffè aziendale. La Torinese entra in bagno e mi vede pallido: “Che c’è?”. Le mostro lo schermo, lei scoppia a ridere: “Geniale, sei un doppelganger?”.

Silvia vede la notifica sul suo telefono, sincronizzato con il mio: “Ma non eri a Bologna per il corso?”. Io, in mutande nel B&B, con il cuore che pompa adrenalina: “Era un corso online, ma ci hanno fatto una sorpresa in sede, sai, per motivare il team”. Lei: “Ah, ok, fai attenzione”.

Ma dentro sudo, immagino indagini, domande ai colleghi. La Torinese ride così forte che si sente dal corridoio, tossisce per non farsi sentire dal proprietario giù. Passiamo il giorno a girare Bologna come turisti: Piazza Maggiore, la Torre Asinelli che non saliamo per paura dell’altezza, gelato da La Sorbetteria Castiglione con gusti assurdi come ricotta e pera.

Torno a casa giovedì sera, prima del previsto, con i tortellini comprati al supermercato Coop di via Zamboni, confezione da 500 grammi, non freschi ma decenti. Silvia li cucina con burro e salvia: “Buoni, ma non sanno di Bologna, sembrano quelli di qui”. Io annuisco, colpevole: “Il corso era online, niente di autentico”. Lei sorride, ma mi guarda strano.

Da allora, disattivo le notifiche LinkedIn durante i “corsi”, uso un account fake per i tag. La Torinese mi manda meme su doppi ghepardi su Incontri Extraconiugali Italia, e io rido, ma controllo sempre due volte. Se non fosse stato per Incontri Extraconiugali Italia, non ci saremmo mai trovati.

E tu? Hai già provato? Iscriviti ora a Incontri Extraconiugali Italia – perché a volte il brivido inizia con un messaggio.

Morale: mai fidarsi di LinkedIn durante un affair. E mai comprare tortellini surgelati come souvenir – meglio inventare un ritardo del treno. Ora i miei viaggi sono più cauti, ma il brivido resta, come un motore turbo che non spegni mai.

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